2 giugno presidente fabio bui

Il presidente della Provincia di Padova Fabio Bui ha partecipato al 75° anniversario della Repubblica italiana in piazza dei Signori. Il presidente Bui ha onorato le celebrazioni con un suo intervento personale in onore della Festa della Repubblica.

"Il nostro è un territorio che solo se riesce a pensarsi assieme, può ambire a mantenere la centralità sociale ed economia che lo ha reso modello di riferimento in Italia e nel mondo.

Siamo il territorio dove, grazie alla lungimiranza di persone illuminate come Leone Wollemburg, fu fondata la prima banca cooperativistica in Italia.
Siamo la città del giusto tra i giusti: Giorgio Perlasca.
Siamo la provincia di Mons. Giovanni Nervo che fondò la Caritas Italiana e di Mons Luigi Mazzucato che fondò il CUAMM.
Siamo la città di Luigi Gui, padre costituente e promotore della riforma scolastica.
Siamo il territorio di migliaia di medici e infermieri che hanno affrontato e combattuto il covid con professionalità e cuore.
Siamo la provincia delle 119 mila imprese, delle 6400 Associazioni e degli oltre 25 mila volontari.
Potremo continuare così per ore: un elenco infinito di persone eccezionali e di realtà uniche.

Come nel 2020, purtroppo anche quest’anno il 2 giugno si celebra in una atmosfera in cui siamo in bilico tra l’incertezza e la speranza, tra paura e fiducia, esattamente come alla vigilia dell’Unità d’Italia. E allora come nel 1946 dobbiamo renderci protagonisti di un nuovo inizio, dobbiamo superare le divisioni esattamente come gli italiani di allora riuscirono a mettere da parte le differenze che avevano lacerato il Paese e fecero appello ai valori della libertà, della pace e della democrazia per fare della Repubblica la casa di tutti.

Quello spirito costituente rappresentò il principale motore della rinascita dell’Italia perché unì gli italiani, al di là delle appartenenze politiche, nella convinzione che soltanto insieme avrebbero potuto affrontare e superare la difficile situazione in cui il Paese era precipitato: fu l’unità morale il vero cemento che fece nascere il nostro Paese.

Oggi stiamo contrastando un nemico invisibile, per molti aspetti sconosciuto, imprevedibile, che ha sconvolto le nostre esistenze e abitudini consolidate: ci ha costretti a interrompere relazioni sociali e a chiudere le scuole; ha messo a rischio tanti progetti di vita e di lavoro; ha posto a durissima prova la struttura produttiva del nostro Paese.
Per ripartire davvero dobbiamo fare nuovamente ricorso all’unità morale, oltre che nazionale: perché questo 2 giugno non si trasformi in uno sterile rituale, perché diventi un impegno collettivo per la ripartenza, deve trovarci tutti impegnati e propositivi, ciascuno per il proprio ambito di azione, secondo le proprie responsabilità.

Solo l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro può farci sentire finalmente popolo unito, oltre la politica e alle divisioni governative.
Solo l’unità morale può permetterci di individuare le priorità e di rispondere in maniera concreta ai bisogni del nostro tempo, della nostra gente.

Tutti, soprattutto noi che abbiamo l’onore di ricoprire cariche istituzionali, siamo chiamati a guardare con più di sobrietà e meno proclami, alle esigenze reali della comunità, perché senza comunità non ci sarà un futuro migliore.
Dobbiamo rimettere al centro dell’agenda politica dei Comuni, delle Province, dei governi e dell’Italia, il lavoro, perché è con il lavoro, e con l’attenzione agli investimenti imprenditoriali, che si ricuce un paese, che si ridà dignità alle persone e prospettive a una comunità.

Occorre passare al più presto da norme assistenziali, utili e opportune nei momenti di emergenza, a leggi strutturali che riducano i tempi dei procedimenti e semplifichino gli iter burocratici, perché velocità e semplificazione sono gli asset fondamentali per il rilancio del nostro territorio.
Abbiamo una straordinaria occasione: il Recovery found, una opportunità storica da cogliere che può rafforzare la ripresa economica, accelerare il potenziale di crescita, permettere uno sviluppo più equo e inclusivo.

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) sicuramente coinvolgerà ingenti capitali privati, ma facciamo attenzione: nell'acronimo PNRR, oltre a "ripresa" e "resilienza" è implicita una terza R, quella delle "riforme" necessarie per incrementare la produttività di alcuni settori, come la pubblica amministrazione e il sistema scolastico, sistema giudiziario.

Oggi agli amministratori della Cosa Pubblica viene chiesto di avere una visione proiettata al futuro, con senso di responsabilità ma anche con coraggio perché ora, e mai più, possiamo plasmare il futuro delle prossime generazioni.

Abbiamo una straordinaria occasione per dimostrare nei fatti che i fondi non sono messi a disposizione dall’Unione Europea perché tutto torni come prima, ma per mettere in atto una vera e propria rivoluzione economica che stravolga la situazione attuale creando opportunità, futuro e prosperità per il nostro territorio e il nostro popolo.  

Adesso dipende solo da noi: dalla nostra intelligenza, dalla nostra coesione, dalla capacità che avremo di decisioni efficaci e lungimiranti.

L’augurio che faccio a tutti noi è che questo 2 giugno segni il punto di non ritorno, sia il momento di svolta e di cambiamento, sia il trampolino di lancio di un nuovo percorso caratterizzato dalla volontà di creare nuove opportunità per una crescita dell’intera comunità.

Viva la Repubblica, viva i 102 Comuni della Provincia di Padova."

02/06/2021