giorno del ricordo

“Uno Stato fonda la sua forza nella condivisione della propria storia. È solo la conoscenza e l’accettazione delle pagine vissute da quanti ci hanno preceduto che garantiscono la coesione della Nazione e la formazione dell’identità di un popolo. La Giornata del Ricordo rappresenta una ferita e una speranza. Una ferita perché, per molto tempo, il dramma vissuto dai nostri concittadini italiani che vivevano in Istria e in Dalmazia è stato nascosto se non negato. Una speranza perché la forza dei sopravvissuti e la loro memoria è molto più forte di ogni censura e ci aiuterà a sentirci tutti più uguali nei momenti che seguiranno l’emergenza sanitaria in atto.  
Ventimila infoibati e 350 mila profughi istriani, fiumani e dalmati che prima di tutto erano italiani, meritano la giustizia del ricordo.  La verità, per quanto cruda, va sempre guardata negli occhi per ridare dignità prima di tutto a coloro che hanno sofferto e poi per far crescere i giovani nella consapevolezza del passato. In questo percorso di memoria, il nostro cammino è ancora lungo. Per questo il 10 febbraio deve servire ad accendere una luce su quei terribili giorni ancora incisi nelle donne e negli uomini dell’Istria e della Venezia Giulia. Dobbiamo aiutare le generazioni future a comprendere che la storia non va mai data per scontata, soprattutto nei momenti di cambiamento come quello che stiamo vivendo. Esistono pagine che, per quanto crude, vanno lette per evitare che siano riscritte. La tragedia dalmata e istriana assunse i contorni sinistri di una pulizia etnica e ci fa capire come oggi l’Europa rappresenti un’opportunità per superare qualunque deriva nazionalistica nel rispetto di ogni identità e tradizione.
 Dobbiamo far sì che il ricordo, la memoria e la sofferenza che ha accompagnato intere famiglie di nostri concittadini diventino le radici di un nuovo futuro, un futuro in cui lingue, etnie e culture diverse possano formare un solo popolo.
Come italiani, non possiamo quindi dimenticare il contributo delle popolazioni della Venezia Giulia e della Dalmazia al processo di unificazione e alla difesa di un senso di identità e di appartenenza alla nostra Patria. Non possiamo che dire grazie a quanti si sentono italiani non solo per nascita, ma perché hanno fatto dell’italianità una scelta sofferta sulla propria pelle, un atto d’amore che si trasmette di generazione in generazione. Nonostante questa Patria non sempre si sia rivelata per loro una madre benevola, oggi è il momento di stringerci tutti insieme perché l’emergenza sanitaria ci sta ponendo innanzi un futuro incerto. Il rischio è di trovare una società e un’economia in macerie dove l’appoggio e l’amore disinteressato per l’Italia e il rispetto per la sua storia, diventeranno fondamentali”.  

Fabio Bui
Presidente della Provincia di Padova

10/02/2021