In fondo al buio, foto di copertina della lettura scenica

3 maggio 1992. Una sera come tante, a Padova. Una domenica uguale a
molte altre, al quartiere Guizza. E due ragazzi, poco più che ventenni: Matteo Toffanin e Cristina Marcadella, che tornavano da una giornata al mare con gli amici. In via Tassoni, però, ad attenderli c’era il buio, pregno di una ingiustizia feroce. Un tragico scambio di persona che costa la vita a Matteo, a soli 23 anni. E cambia per sempre quella di Cristina, sopravvissuta a quell’attentato.

Da questo episodio che più trent’anni fa aprì uno squarcio di consapevolezza sulla presenza della criminalità organizzata nella città, archiviando per sempre le definizioni pittoresche ed edulcorate di “banditi” e “rapinatori” di presenze che invece avevano tutt'altra natura, nasce lo spettacolo che è stato messo in scena all’auditorium del liceo artistico “Modigliani” venerdì scorso. Una scuola superiore, frequentata e anche abitata, per questa occasione, da tante ragazze e ragazzi che hanno poco meno dell’età che aveva Cristina, sul palco per testimoniare loro qualcosa di troppo grave perché resti “personale”.

Il servizio di Pubblica Istruzione della Provincia di Padova, interpretando la sua adesione ad “Avviso Pubblico”, rete di enti locali contro le mafie che ha patrocinato questo evento, ha voluto fortemente organizzare un momento di incontro sulla barbara uccisione di Matteo Toffanin, per continuare a sensibilizzare i ragazzi degli istituti superiori in occasioni diverse (seppur collegate) alla Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, in base alla convinzione, ha raccontato ai ragazzi il consigliere Alessandro Bisato, delegato alla Pubblica Istruzione, che “cultura e conoscenza sono le uniche armi davvero efficaci per sconfiggere la mafia: ancora oggi, dopo trent’anni, quando sento le parole di Cristina resto sconvolto, non possiamo permetterci di diminuire il livello di attenzione per questa vicenda, per ciò che significa”.

L’iniziativa 2023 si è rivolta così a Michele Angrisani, che ha scritto e curato la regia del reading “In fondo al buio – storia di Matteo Vittima innocente”. Una lettura scenica interpretata da una sola attrice, Giulia Briata, una drammaturgia breve e potente, adatta al pubblico di studenti delle superiori, che emerge da un corposo studio documentale, un lavoro di ricerca sugli atti giudiziari, le testimonianze, e che infine racconta il prima, il durante e soprattutto il dopo di uno scandalo e nonsense: morire da innocenti, per mafia, in Veneto, negli anni Novanta.

Sul palco prima dell’inizio della lettura scenica anche il Provveditore Provinciale agli studi, Roberto Natale, che ha letto agli studenti l’articolo 2 della Costituzione, nella seconda parte dove la Carta fondamentale “richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. “Capite, ragazzi”, ha detto il provveditore, “che la solidarietà nei confronti degli altri, il comprendere e ricordare, non è una scelta di pochi, è un preciso dovere di tutti i cittadini”.

Per Cristina Maccardella, una emozione ogni volta rinnovata, ogni volta difficile, ma anche la consapevolezza che si tratta di costruire una comunità, che dia supporto a chi come lei ha subito una gravissima perdita, che si metta al servizio dei cittadini, come devono fare gli enti pubblici, e che traduca nello studio e nel mettersi a disposizione degli altri l’impegno civile contro ogni mafia, come tutti gli studenti e le nuove generazioni sono invitate a fare.


 

08/05/2023