La mostra, inaugurata il 24 maggio 2025 a Padova, propone la ricerca di Giancarlo Iacomucci, un artista e stampatore d’arte, che dopo aver intuito nel 1990 la presenza di un ritratto subliminale di Michelangelo che occupa l’intero Giudizio Universale, ha investigato il ciclo di affreschi della Sistina, tentando di capire cosa Michelangelo avesse voluto lasciare ai posteri e in che modo lo avesse occultato, sebbene perfettamente in vista, nel luogo più sacro della cristianità.

Michelangelo era un fervente cattolico, lavorò per quasi tutta la sua lunga vita per la committenza papale o comunque cattolica. Ciò che ha rappresentato è per lui l’essenza stessa del cristianesimo: quello spirituale. Avverso alla corruzione, al nepotismo ma fermamente convinto che la Chiesa dovesse e potesse ritrovare al suo interno un rinnovamento spirituale che la riportasse al vero messaggio cristiano, l’artista ha rappresentato il percorso di redenzione dell’uomo.

Il percorso illustrato da Michelangelo è articolato e complesso: parte dalle origini, l’Antico Testamento e la tradizione ebraica che da David dà inizio alla genealogia di Cristo e termina con la venuta di Cristo, la sua morte e resurrezione e infine il Giudizio Universale. La Sistina contiene una anatomia spirituale, menzionata dallo stesso Papa Giovanni Paolo II, che spiega come il corpo umano, tempio dell’anima, sia il mezzo con cui in questa vita o dimensione possiamo fare esperienza la nostra essenza divina; compresa la quale, è possibile raddrizzare il cammino e lavorare su noi stessi per arrivare a quell’equilibrio degli opposti che porterà alla non-lotta, a comprendere che il piano divino è la salvezza e che la trasfigurazione finale passa per l’abbandono dell’ego, delle cose materiali e per la ricomposizione della separazione nell’Uno.

La Sistina è un immenso “utero” spirituale da cui nascono contemporaneamente il Gesù fattosi Uomo, venuto per salvare l’umanità, e ogni nuovo Papa che lì viene eletto per guidare l’umanità verso quella salvezza; lì rinasce Michelangelo, e ciascun uomo di ogni tempo storico.

Tutto questo e molto altro è raccontato nella Sistina, che – assieme alla Commedia di Dante – è la più grande opera realizzata da un singolo essere umano. Questa mostra proverà a fornire la chiave di lettura che inizia con la scoperta del prof. La Cava del ritratto di Michelangelo nella pelle di San Bartolomeo, passa per Meshberger, cita le interpretazioni cabalistiche di Doliner e Rav Blech sulla volta, ma le conclude come volle Michelangelo, con il messaggio cristiano. La Sistina è un’opera completa, iniziata con il restauro di Baccio Pontelli, passata per le decorazioni laterali, poi la Volta e infine il Giudizio e in realtà proseguita con la Basilica di San Pietro, di cui Michelangelo disegnò la Cupola, e che proseguì nel porticato di Bernini, nel secolo successivo. Fu un progetto lungo 200 anni.

Oltre alle opere di Giancarlo Iacomucci che spiegano nel dettaglio questi passaggi, la mostra include altre due grandi opere: il dipinto “Giulia Farnese e Alessandro VI” di Jervé, Gustavo Alberto Palumbo, che permette di conoscere la storia dei 13 papi che si susseguirono durante la lunga vita di Michelangelo. Un’opera magnifica, che torna a Padova dopo un percorso passato per la Biennale di Venezia.

E il ciclo di sei immagini “Cinta Tenebris – Avvolto nel buio” di Danilo Mauro Malatesta, realizzate con una cinepresa Bolex senza otturatore all’interno della Stanza Segreta di Firenze ed esposte qui in anteprima. Ambientate nel rifugio antigas di Palazzo Santo Stefano, raccontano le impressioni che il fotografo e regista romano ha catturato in pellicola, perché Michelangelo immaginava, scolpiva e disegnava corpi in movimento.

Completano la mostra quattro sculture di Romeo Sandrin, dal suo grande ciclo dedicato all’Inferno dantesco, una sanguigna di Cinzia Cotellessa e una puntasecca di Emanuele Marsigliotti.

Nell’anno del Giubileo della Speranza, nel 550° anniversario della nascita di Michelangelo e a pochi giorni dall’elezione di un nuovo Papa nella Sistina, questa mostra prova a spiegare cos’è la Sistina, perché questo luogo contiene un’energia così potente e perché da lì, dopo 500 anni, ancora Michelangelo ci guarda, speranzoso che l’umanità comprenda e raddrizzi il proprio cammino.

I n f o r m a z i o n i :

“C’era una VOLTA – Michelangelo allo specchio”
Le ricerche di Giancarlo Iacomucci, in arte Litofino, iniziate nel 1990, sull’anatomia spirituale presente nella volta della Cappella Sistina e il volto subliminale di Michelangelo contenuto nel Giudizio Universale.
E in anteprima, ambientate nel rifugio antigas di Palazzo Santo Stefano: “Cinta Tenebris – Avvolto nel Buio”, le sei immagini di Danilo Mauro Malatesta realizzate nella Stanza Segreta di Michelangelo.

Special guest:
Il dipinto “Giulia Farnese e Alessandro VI” di Jervé Gustavo Alberto Palumbo e quattro sculture dal ciclo dedicato all’Inferno dantesco, di Romeo Sandrin.

Una mostra a cura di Marina Sonzini

 

Palazzo Santo Stefano, sede istituzionale della Provincia di Padova
Piazza Antenore 3, Padova
Ogni ven-sab-dom, fino al 4 luglio 2025
Dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (con ultimo ingresso alle 18)
Ingresso libero
Visite guidate gratuite ogni 90 minuti circa
Per gruppi numerosi è gradita la prenotazione a cultura@provincia.padova.it

04/06/2025