La Provincia di Padova da tempo è impegnata nel contenimento della nutria che causa gravi danni alle colture agricole e alla regimazione idrica. Nonostante l’impegno profuso negli anni scorsi questa specie continua ad essere diffusa nel territorio provinciale e creare danni ingenti alle coltivazioni sopratutto nella zona del piovese.
La Provincia ha quindi deciso di intensificare le azioni di contenimento per cercare di contenere il più possibile i danni e cercare di mantenere la popolazione a livelli di bassa densità tali che il suo controllo richieda uno sforzo più limitato e accettabile.
Status della nutria in Provincia di Padova
La specie nutria è presente in tutto il territorio, con maggiori concentrazioni nella parte meridionale della Provincia dove la presenza di acque lentiche crea un ambiente ideale alla vita della specie. Essa è comunque presente e vive negli ambienti più vari, dalle rogge dell’Alta Padovana alle cava di argilla della bassa pianura, dai piccoli scoli di seconda raccolta ai fiumi principali quali Brenta e Bacchiglione.
La specie è responsabile dei danni causati alle colture agricole e alle arginature. Per quanto riguarda le colture agricole il miocastoride danneggia soprattutto, mais, colture orticole, barbabietole da zucchero. Il danno alle arginature è invece causato dallo scavo delle tane che, secondo un’indagine condotta nel 2000 dalla Provincia di Padova in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Adige Bacchiglione, possono arrivare ad una profondità di 5,5 metri all’interno dell’arginatura. Sono perciò a rischio idraulico soprattutto i piccole corsi d’acqua pensili in cui la profondità della tana può superare la metà della larghezza arginale.
La specie ha un potenziale riproduttivo piuttosto elevato e la femmina può essere fecondata durante tutto l’anno e anche poche ore dopo il parto. I piccoli partoriti sono in genere 5 o 6 con potenziale riproduttivo annuo di 13-14 piccoli che raggiungono a loro volta la maturità sessuale in un periodo variabile da 2 a 9 mesi a seconda delle risorse trofiche disponibili. I maschi si spostano di continuo lungo i corsi d’acqua in cerca di femmine da fecondare mentre queste tendono a formare dei gruppi parentali. La cattura con trappole tende a catturare più maschi che femmine che essendo più erratici tendono ad essere catturati con le trappole più spesso che le femmine. Per un efficace controllo della specie bisogna quindi che il prelievo con trappole e abbattimento diretto copra più territorio possibile in modo da ostacolare l’incontro tra maschi e femmine e far diminuire sensibilmente il tasso riproduttivo della specie.
Per questo motivo con Delibera di Giunta Provinciale n. 57 del 23-02-2009, l’Amministrazione Provinciale e la Polizia Provinciale in particolare, si sono fortemente impegnate per allargare il numero di persone coinvolte nel controllo, cercando la collaborazione finanziaria di altri enti quali Consorzi di Bonifica e Comuni per l’acquisto di trappole atte alla cattura del miocastoride. In particolare hanno aderito a questa iniziativa i seguenti Comuni: Anguillara Veneta, Battaglia Terme, Bovolente, Campodarsego, Campodoro, Cartura, Casalserugo, Limena, Lozzo Atestino, Maserà, Megliadino San Fidenzio, Merlara, Mestrino, Piazzola sul Brenta, Piove di Sacco, Pontelongo, Rovolon, Rubano, Saccolongo, Sant'Elena, Trebaseleghe, Veggiano. Tra i Consorzi che hanno aderito vi sono: Sinistra Medio Brenta, Euganeo Berico e Pedemontano Brenta.
Attualmente operano circa 150 coadiutori nel territorio provinciale, ma tale numero sarà sensibilmente aumentato per rispondere alle esigenze degli agricoltori e dei Consorzi di Bonifica, ampliando così il territorio soggetto a prelievo e rendendo indubbiamente più efficace il controllo della specie.
Si riporta di seguito il testo delle delibere di Giunta Provinciale che hanno approvato il contenimento della nutria nonchè il relativo protocollo d'intesa con enti territoriali per il controllo del miocastoride.