“Sulle onde ricamate della memoria”:  la pittura sognante  di Walter MAC Mazzieri

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Inaugura sabato 26 luglio, “Sulle onde ricamate della memoria”, la mostra antologica dedicata alla pittura sognante di Walter MAC Mazzieri. Nelle sale di palazzo Santo Stefano, sede della Provincia di Padova, saranno esposte le opere realizzate fra il 1962 e il 1997. La mostra è curata da Marina Sonzini e sarà visitabile fino al 14 settembre ogni venerdì, sabato e domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (ingresso e visita guidata gratuiti).

Vincenzo Gottardo, consigliere della Provincia di Padova con delega alla Cultura commenta: «Sono davvero felice di dare il benvenuto a Palazzo Santo Stefano alle opere di Walter MAC Mazzieri, che grazie all’impegno e alla dedizione di sua figlia Melania arrivano al grande pubblico, ora anche a Padova.

Un artista raffinato e sensibile, le cui opere si collocano a cavallo tra la pittura metafisica, il surrealismo e una invenzione assolutamente personale, che parte dalla realtà e incontra animali, rocce, personaggi curiosi e soprattutto ricordi. Malinconici, come la nostalgia spesso può essere.

Una carriera durata 30 anni, dal 1967 alla prematura scomparsa avvenuta nel 1998, che in questa mostra padovana si dipana in oltre 50 opere a olio, acquerelli, una scultura e opere in ceramica.

L’esposizione rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire e valorizzare il percorso di un artista che ha saputo offrire uno sguardo personale e visionario sulla realtà.

Le opere di Walter MAC Mazzieri sono caratterizzate da un tratto forte e riconoscibile che trasmette tuttavia una sensazione onirica e testimonia una coerenza poetica che attraversa i decenni e mantiene la sua forza comunicativa anche al giorno d’oggi.

Non va inoltre dimenticato il legame profondo che alcune delle sue creazioni hanno stabilito con il mondo della musica. Le sue immagini sono entrate a far parte della storia della musica anche grazie alla loro presenza in ambito discografico, come testimoniano le copertine dei dischi delle Orme esposte, contribuendo a definire un’estetica che ha saputo fondere linguaggi diversi in un’unica visione artistica.

Desidero infine ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa.

L’invito è di cogliere questa opportunità per approfondire la conoscenza di un autore che merita pienamente un posto nella memoria collettiva e nel patrimonio culturale della nostra comunità».
 

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