Sarà un 8 marzo diverso quest'anno, con meno cerimonie ed occasioni di festa, ma per questo non meno vero e profondo. Rivolgo un pensiero, un augurio  e un ringraziamento particolare a tutte le donne, che siano mogli, madri o figlie, perché sono sempre portatrici di un messaggio potente di amore, armonia, poesia e bellezza.

Mai come in questo momento c’è bisogno delle donne. Del loro contributo al rilancio del nostro sistema economico, della loro capacità di affrontare i momenti di crisi e i problemi in modo creativo, del loro senso pratico, della loro intraprendenza.  
Non ho mai avuto grande simpatia per le feste della mamma, del papà, degli innamorati, perché credo che i rapporti tra le persone amate non debbano seguire una scadenza da calendario ma essere costantemente curati, e pure con grande impegno.
Mi piacerebbe davvero che l’8 marzo diventasse una data come tutte le altre nel calendario. Non per sterile polemica, né tanto meno per dimenticare i sacrifici, veri, di donne coraggiose che hanno dato la  vita per combattere ogni forma di oppressione. Più semplicemente, perché il diritto alla dignità e al rispetto fossero un valore talmente sacrosanto e condiviso da non aver bisogno d’incensamenti, festeggiamenti o melense ipocrisie. Soprattutto mi piacerebbe che questa giornata celebrasse non tanto e non solo la donna, ma l’idea che l’uguaglianza e le pari opportunità debbano diventare principi comuni a tutti gli individui senza distinzione di genere, età, colore e bandiere.

Ecco, se potessi scegliere, mi piacerebbe regalare a ogni donna la realizzazione di un sogno.  per ottenere titoli di studio, trovare un’occupazione dignitosa, crescere i figli, assistere i genitori anziani, dimenticandosi troppo spesso di esistere come persone.

In un giorno come questo vorrei anche ricordare il gravissimo problema della violenza sulle donne, purtroppo tristemente presente nelle cronache di tutto il mondo, e per risolvere il quale dobbiamo impegnarci tutti con grande fermezza e determinazione. Ma a che punto siamo culturalmente? A un paradosso, sembra. Siamo di fronte a una contraddizione: da una parte l’orologio del tempo va avanti, dall’altra parte c’è il tentativo di azzerare tutto e tornare indietro. Si pensi solo che l’ultimo report diffuso dalla Polizia di Stato, con i dati aggiornati al 2019, parla di 88 vittime ogni giorno: una donna ogni 15 minuti.

Non voglio certo negare che in questi ultimi cento anni si siano raggiunti anche tanti importanti traguardi, ma ritengo che a tutto questo non abbia corrisposto una coerente evoluzione culturale.

Quante sono ancora le donne che quotidianamente vengono oltraggiate anche in famiglia, e tacciono per il senso di vergogna? Quante sono quelle che vivono differenti opportunità rispetto ai colleghi maschi nell’ambiente di lavoro, pur essendo molto spesso più preparate e capaci? Quante vivono quotidiane frustrazioni, evidenti ma impalpabili, oltre al senso di colpa di desiderare una maternità, ancor oggi considerata ostacolo alla resa lavorativa?

Il mio augurio, davvero di cuore, è allora che tutte le donne possano avere ogni giorno presenti gli esempi di grandi personaggi come Rita Levi Montalcini o Margherita Hack, Alda Merini o Oriana Fallaci, donne che hanno vissuto un’intera esistenza basata sull’essere e non sull’apparire, donne orgogliose, libere, intelligenti, pensanti.

Perché l’8 marzo è tutti i giorni, e non c’è bisogno di una data sul calendario per ricordare di festeggiare la donna, la vera forza dell’amore per la vita.

Fabio Bui
Presidente della Provincia di Padova

06/03/2020