Tavolo dei relatori presenti all'incontro

“L’Ospedale di Schiavonia riaprirà il 7 marzo e riprenderà gradualmente le sue attività”. Sono le parole di Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità della Regione del Veneto che ha convocato tutti i sindaci del territorio a Palazzo Santo Stefano. Alla riunione erano presenti il presidente della Provincia di Padova Fabio Bui, il Prefetto Renato Franceschelli, il direttore generale AULSS 6 Euganea Domenico Scibetta.

“La speranza – ha detto Fabio Bui – è che le precauzioni che sono state adottate e sono ancora oggi vigenti, servano a contenere il propagarsi del virus. Abbiamo dei dati direi quasi confortanti, nel senso che non c’è una propagazione eccessiva. Sappiamo tutti che siamo nella settimana cruciale e ci auguriamo che quanto è stato fatto e quanto verrà fatto serva a contenere il virus che sta dando gravi problemi alle nostre comunità e soprattutto alla nostra economia. Oggi le strutture sanitarie sono messe alla prova e dobbiamo fare di tutto perché in caso di recrudescenza del contagio non possiamo farci trovare impreparati con l’organizzazione delle sale di rianimazione”.

“All’Ospedale di Schiavonia – ha proseguito Manuela Lanzarin – è stata individuata un’area, dove abitualmente è collocata la chirurgia diurna, con 50 posti letto per un’eventuale emergenza. La caratteristica di quest’area è quella di avere impianti sezionabili, isolabili da tutto il resto anche a livello tecnico, oltre a essere facilmente raggiungibile dall’esterno con percorso dedicato e separato. Analoghi modelli li stiamo pensando per altri ospedali. Ringrazio tutti i medici, operatori, personale sanitario ma anche i sindaci e gli amministratori locali. In situazioni come questa non siamo stati sempre perfetti, qualche informazione può essere arrivata non tempestivamente come avrebbe dovuto, ma non eravamo preparati a un’emergenza simile. Tutto il sistema sanitario veneto sta tenendo molto bene e i numeri lo dimostrano. Non possiamo ancora permetterci di stare sereni e tranquilli, ma le azioni messe in campo ci stanno dicendo che la strada è quella giusta. Il Governo chiede che venga predisposto un piano strategico e logistico nel caso in cui il virus possa espandersi nuovamente. Stiamo organizzando dei moduli emergenziali che ci tutelino per arrivare ad avere 200/250 posti. L’ultimo bollettino ci dice che su 333 casi positivi, ci sono 81 ricoverati di cui 19 in terapia intensiva. Il virus è a bassa letalità, ma è altamente infettivo e circola con molta velocità. Oggi i numeri ci dicono che tutto sommato siamo riusciti a contenere il contagio e purtroppo i decessi dipendono molto dal quadro clinico della singola persona. Il Veneto è la regione che ha fatto in assoluto più tamponi, quasi 10mila rispetto ai 2mila dell’Emilia Romagna e ai 5/6mila della Lombardia. Vo’ è l’unica zona rossa in tutto il Veneto”.

“Le misure che sono state adottate – ha detto Domenico Scibetta – sono state proporzionali al rischio di quel momento. Il lavoro fatto dai collaboratori, medici, infermieri, operatori socio sanitari, ma anche dal dipartimento di prevenzione e dalla Direzione Strategica è stato esemplare per la responsabilità, il sacrificio e il senso di appartenenza. Sono gli angeli e gli eroi di questa emergenza. I comuni oggi interessati da casi positivi sono 28 su 102 e siamo a 12 giorni dal primo caso. Non abbassiamo la guardia, dobbiamo essere pronti a situazioni emergenziali che possano accadere”.


“Oggi dobbiamo rimanere uniti – ha concluso il Prefetto Renato Franceschelli – e dare una risposta organica. Le riunioni proseguono quotidianamente ma riscontro un grande senso di responsabilità a tutti i livelli”.

03/03/2020