L’affluenza di voto nei 28 Stati membri dell’Unione europea alle ultime votazioni per il rinnovo del Parlamento europeo, offre indicazioni di riflessione importanti. Per la prima volta dal 1999 è stata raggiunta la media del 51% di votanti dopo il calo costante di tutte le tornate elettorali che si sono susseguite dal 1979 (anno in cui ci sono state le prime elezioni europee a suffragio universale) a oggi. Quella del 2019, dunque, è la più alta partecipazione degli ultimi vent’anni. Un dato che ci dice una cosa sola: l’Europa c’è, esiste, è una strada tracciata che i cittadini europei vogliono e da cui non si torna indietro. 
Gli Stati membri (ad esclusione di Malta, Portogallo, Lussemburgo, Irlanda, Bulgaria e Italia) hanno aumentato l'affluenza anche se con una forbice molto ampia:  oltre 60 punti dividono  il Belgio (88%) dalla Repubblica Slovacca (22%) secondo i dati diffusi dalla campagna “Stavoltavoto” del Parlamento europeo. Una differenza sulla quale, tuttavia, l’Europa non può far finta di nulla, anzi. Per continuare a rinforzare la solidità di questa casa comune, bisogna partire dagli “scontenti”, in particolare da quanto è successo in Italia, in Francia e in Gran Bretagna. I cittadini vogliono far sentire la loro voce, far capire le loro ragioni e hanno vissuto queste elezioni come un momento di democrazia vera. Venendo al Veneto, non c’è stata una crescita sulla percentuale dei votanti rispetto al 2014, però l’affluenza è rimasta al 63%, un numero storicamente molto alto. 
In provincia di Padova, il Comune con la più alta percentuale di voto è stato San Pietro in Gù con l'81% degli aventi diritto. E poi va segnalata tutta l’attività fatta dalla campagna europea “Stavoltavoto” che ha mirato in particolare ai ragazzi delle scuole superiori e ai Comuni aderenti ai progetti europei del Programma “Europa per i Cittadini”: Este, Ponte San Nicolò, Conselve, Galliera Veneta, Gazzo. Una scelta che, come Provincia, abbiamo supportato perché la speranza dell’Europa sono i giovani cresciuti nell’avventura dell’Erasmus o che hanno potuto studiare, lavorare e fare volontariato all’estero grazie ai programmi o ai fondi europei. Umberto Eco li definì “i figli di settant’anni di pace” e sono loro i veri costruttori della futura casa europea. Per questo ringrazio tutti i cittadini che sono andati a votare pensando di poter in qualche modo dare una speranza ai ragazzi.
Al di là di ogni considerazione o opinione politica, tutti i vincitori delle elezioni 2019 siederanno nel Parlamento europeo. È lì che si gioca il futuro dell’Italia e delle nostre realtà regionali, provinciali, comunali. Per questo tutti quanti dobbiamo tifare affinché l’Italia vada in Europa forte, unita e con l’unico obiettivo di migliorare le nostre vite in questa patria comune voluta da persone illuminate che si chiamavano Altiero Spinelli, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Robert Schuman. A tutti i neo europarlamentari eletti, auguro dunque un buon lavoro affinché l’Europa torni ad essere un punto di riferimento democratico e culturale nel mondo e l’Italia il suo pilastro fondante.

Fabio Bui
Presidente della Provincia di Padova

31/05/2019