Foto dei partecipanti all'incontro

Obiettivo del progetto è stato quello di individuare dei percorsi di integrazione onde mitigare gli effetti devastanti delle accoglienze con grandi concentrazioni e predefinire una accoglienza diffusa dei richiedenti asilo valorizzando le singole capacità e attitudini professionali dei destinatari del progetto.
I risultati del progetto sono stati illustrati in occasione di una conferenza stampa alla quale erano presenti il vicepresidente della Provincia di Padova Vincenzo Gottardo, il sindaco del Comune di Bagnoli, Roberto Milan e l’europrogettista Attilio Orecchio.

“L’esperienza di Bagnoli – ha detto Vincenzo Gottardo - è fondamentale per far emergere quali percorsi vanno premiati e quali vanno evitati. Progetti come questo favoriscono l’integrazione dei richiedenti asilo, gli interventi vengono studiati e pensati per persone sulle quali investire, per dare loro la possibilità di diventare a tutti gli effetti cittadini europei con pari diritti e doveri. Spesso da una situazione di criticità emerge un’opportunità e in questo caso siamo di fronte ad un’iniziativa risolutiva che ha prodotto un’accoglienza intelligente a livello di occupazione  e inserimento sociale”.

Il progetto europeo, che ha preso avvio a gennaio 2018, coinvolge oltre al Comune di Bagnoli, che ne è capofila, anche altri stati europei impegnati nell’accoglienza dei rifugiati: Portogallo, Slovenia, Croazia e Cipro.

Questo progetto ha permesso l’uscita di circa 750 persone dall’Hub. Abbiamo dato formazione e informazioni a piccoli gruppi: educazione civica, educazione stradale (fornire pettorine e catarifrangenti, ad esempio, era un gesto semplice, ma indispensabile per evitare incidenti), educazione linguistica. Abbiamo voluto dare un nome e un cognome a queste persone e abbiamo raccolto le loro competenze: abbiamo analfabeti e abbiamo laureati, ma trattare tutti alla stessa maniera è sbagliato. Questo progetto mette in evidenza che è necessario fare un elenco delle competenze ed intervenire per un percorso di inserimento lavorativo.

“Ognuno dei paesi coinvolti ha inizialmente individuato le migliori buone pratiche di accoglienza e ha costruito poi un Piano di Azione Locale per l’inclusione dei migranti. - spiega Attilio Orecchio, Europrogettista autore del PandPAS Project - Noi abbiamo un protocollo di inserimento nel tessuto sociale e lavorativo: abbiamo coinvolto 250 richiedenti asilo che stanno facendo dei corsi linguistici, di educazione civica, professionalizzanti, in base a competenze e attitudini. Questo progetto ha già dato dei risultati positivi. Il progetto vuole creare dei modelli e delle buone pratiche replicabili. Nel nostro caso l’aspetto interessante è il coinvolgimento nella pianificazione delle attività tutti gli stakeholder, tutti i protagonisti che sono toccati da questa attività: cooperative, Questura, associazioni, enti locali. In Italia ci siamo concentrati in particolare sull’aspetto lavorativo, in Croazia, Slovenia e a Cipro il piano prevede attività anche di inclusione sociale. Ad esempio in Slovenia i nostri partner hanno anche fatto dei corsi di nuoto per i bambini, perché tanti bambini hanno subito il trauma del mare, quindi il corso di nuoto insieme al supporto psicologico, aiutano a superare il trauma.”

Azioni realizzate in collaborazione con il comune di Bagnoli di Sopra:

1. Attività di conoscenza e selezione. 
Si sono incontrati 400 rifugiati e richiedenti asilo (di cui solo 33 donne) per condividere con loro percorsi di conoscenza della lingua italiana, formazione professionale, tirocini e sbocchi lavorativi.

Persone che hanno svolto corsi di lingua italiana: 122;
Persone che hanno seguito percorsi di ricerca lavoro: 178
Persone che hanno seguito corsi di formazione: 197 maschi di cui 8 femmine;
Persone in tirocino: 43
Perone che hanno trovato lavoro: 22

2. Campagne di sensibilizzazione
a) Attività didattiche nelle scuole:
Si sono svolti percorsi didattici in 62 classi coinvolgendo 1200 alunni delle scuole del territorio, sensibilizzando all’integrazione e alla conoscenza del fenomeno migratorio.

b) Incontri aperti alla cittadinanza:
in 11 comuni sono stati incontri con i cittadini per comprendere il fenomeno e far conoscere il progetto PandPass e offrire un focus sull'argomento, gli incontri erano tenuti da esperti in materia, mediatori interculturali e testimonial richiedenti asilo.
ARGOMENTI trattati: 
"Nuova legge sull'asilo (decreto Salvini)",
"Esperienza di accoglienza dei richiedenti asilo",
"Un'esperienza di rifugiati"
"Pratica e procedure del permesso di soggiorno".
TOTALE NUMERO DI PARTECIPANTI: 121 persone

c) Partecipazione a un campionato di calcio da giugno 2018 a luglio 2019.
TEAM: 12 richiedenti asilo 

d) Si incontravano due volte a settimana per l'allenamento e quasi ogni settimana per le partite
Alcuni partecipanti hanno lasciato l'attività, perché sono stati invitati dalle squadre di calcio regionali a giocare nel campionato professionistico. Quindi, attraverso l'attività del progetto hanno avuto la possibilità di guadagnare dall'attività sportiva professionale.

e) Partecipazione a programmi radiofonici e televisivi
Un rifugiato è stato formato e coinvolto come tecnico del suono de "La Nostra Italia", una trasmissione radiofonica dedicata alla migrazione a Padova.

È stato presentato il progetto PandPAS e un giornalista richiedente asilo ha raccontato la sua storia
Lo staff della trasmissione ha invitato altri rifugiati per il futuro; questa attività continuerà dopo il progetto PandPAS.
Si sono svolte totale di 802 ore di corsi mirati al contenimento di criticità sociali e allo sviluppo di competenze professionalizzanti.

Titolo di studio dei beneficiari:
laureati: 126
diplomati: 305
terza media: 128
dottorati: 3

Nazionalità beneficiari:
Gambia, Nigeria, Guinea, Mali, Camerun, Bangladesh, Ghana, Togo, Senegal

20/11/2019