Fabio Bui presidente Provincia di Padova

Questo periodo di grave emergenza sanitaria ed economica può diventare un utile banco di prova per coloro che oggi esercitano delle responsabilità collettive: amministratori, imprenditori e categorie economiche, società civile.

Il bivio che si pone di fronte a ciascuno è: restare ancorati al presente recriminando sulle non scelte del passato o, farsi interpreti di una “visione” di rilancio territoriale, che contempli pochi ma concreti obiettivi.

Mi permetto, pur con i limiti di un approfondimento che va sviluppato in altre sedi, un mio pensiero.

“Padova 2030” deve diventare un obiettivo temporale, per vedere progettate e realizzate quelle infrastrutture che già prima del Covid rappresentavano un freno allo sviluppo economico di questo territorio.

Il collegamento della nuova S.R. 308 e della S.P. 47 con la Pedemontana costituiscono un priorità assoluta per  mantenere la nostra provincia  funzionale all’appeal degli investitori, che viceversa si concentreranno nella “direttrice” Treviso - Vicenza, oggi maggiormente reattiva per una serie di circostanze, che andrebbero analizzate.

Il grande Interporto di Padova che movimenta 6,2 milioni di tonnellate  di merci anno, il Mercato Ortofrutticolo con 280.000 tonnellate anno, il costituendo Ospedale di Padova a San Lazzaro, assieme alle primarie aziende che sono insediate nella zona e che fondano il loro business soprattutto nella capacità di interloquire con i mercati europei, oggi non possono rimanere ancorati al passato, ma nel bisogno di  competitività in un contesto che viaggia a velocità doppia rispetto alla capacità di programmazione di infrastrutture di supporto.

Da sempre, per posizione geografica e per scelte strategiche del passato, Padova costituisce il baricentro economico della Regione, ma i risultati vanno consolidati in un mondo in rapida evoluzione, che richiede capacità di resilienza e lungimiranza di pensiero. Altrimenti si torna indietro e la discesa, per legge fisica, è sempre più veloce della salita.

L’insufficienza di corridoi viari come quelli in questione, ci condannerà alla marginalizzazione nei processi economici e potrebbe ridurre ogni ambizione e possibilità per questo territorio che era definito propulsore del “miracolo del Nord Est”.

A fianco dei corridoi viari occorre altresì, una diversa programmazione degli insediamenti produttivi che oggi sono disseminati in ogni comune e talvolta anche in ogni frazione, senza la possibilità di intervenire con servizi di supporto all’impresa.

La competitività presuppone sia velocità di spostamento di merci/persone, ma parimenti anche di informazioni e se alla mancanza di arterie stradali sommiamo l’insufficienza di reti informatiche moderne e performanti, il dado è tratto a sfavore di questo territorio che deve ripensarsi in virtù di un mondo che già prima della crisi stava cambiando e che ora dopo il Covid ha assunto una vorticosa accelerazione.  

Ecco perché ritengo che anche la pianificazione delle aree produttive debba avere necessariamente una valenza sovracomunale, dove il territorio venga pensato assieme condividendo oneri e benefici, per offrire all’impresa e alle maestranze tutti quei servizi, anche di welfare, che oggi sono inattuabili.

Una sfida certamente impegnativa, che presuppone capacità di ripensarsi prima in coloro che hanno compiti di amministrazione con l’alleanza di tutto il mondo economico che oggi rischia di vedersi estromesso dal mercato non per incapacità produttiva o di investimento, ma per inconsistenza decisionale.

Abbiamo una straordinaria occasione per dare sostanza all’unità d’intenti che spesso annunciamo tra le istituzioni. Diversamente anche “le sinergie istituzionali”, resteranno puro esercizio di retorica”.

Fabio Bui
Presidente della Provincia di Padova

11/01/2021