Il presidente Mario Conte: ad oggi esclusi dalla destinazione di 8,5 miliardi 503 comuni veneti su 563 e il 91% delle amministrazioni a livello nazionale. Così ai sindaci viene tolta la possibilità di investire sul futuro
I Comuni del Veneto lanciano un grido d’allarme sul tema della rigenerazione urbana e della sostenibilità che rappresentano due sfide fondamentali per il futuro dei territori e delle comunità. È questo il messaggio che è stato dato nel corso della conferenza stampa di oggi nella sede della Provincia di Padova nel corso della quale Anci Veneto ha presentato una mozione da approvare nei Consigli Comunali e da inviare al Parlamento e al Presidente della Repubblica affinché si intervenga sugli 8,3 miliardi stanziati per la rigenerazione urbana che ad oggi vedono l’esclusione in Veneto di 503 Comuni su 563 e a livello nazionale di 7.206 su un totale di 7904.
Il Presidente di Anci Veneto, Mario Conte, esprime la sua preoccupazione per la situazione: “è inammissibile che la maggior parte delle amministrazioni sia esclusa da queste risorse. Se guardiamo ai numeri si comprende come questi fondi rischino di avere un impatto limitato perché ad oggi rimangono fuori il 90% dei comuni a livello nazionale, il 70% di quelli veneti ed il 42% della popolazione. I criteri vigenti creano dei Comuni e dei cittadini di seria A ed altri di serie B impedendo ai piccoli Comuni di investire sul futuro. Per queste ragioni ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica che tanto ha a cuore i sindaci ed al Parlamento perché intervenga mettendo mano alla norma voluta dal Governo Conte Bis. Non si tratta solo di risorse, ma è in gioco il futuro dei territori perché si sventola la sfida della sostenibilità fondamentale per il Paese, ma poi se si escludono i picco la sfida rischiamo di perderla prima di iniziare”.
La Legge 27 Dicembre 2019, n.160 Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 ha stanziato due fondi destinati agli Enti Locali per finanziare interventi relativi alla rigenerazione urbana. Il primo fondo fa riferimento al "Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare", previsto dall'art. 1, commi 437 e segg. della Legge ha una dotazione di 853,81 milioni di euro e riservato ad una platea ristretta di beneficiari: le Regioni, le Città Metropolitane, i Comuni Capoluoghi di Provincia, la Città di Aosta e i Comuni con più di 60.000 abitanti. Il secondo fondo, destinato a investimenti in progetti di rigenerazione urbana per la riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale mette a disposizione un budget 10 volte più grande cioè 8,5 miliardi di euro e per questo è stato rivolto dal legislatore ad una platea di beneficiari più vasta: cioè tutti i 7904 Comuni italiani, nessuno escluso.
“L’Italia è fatta di piccoli Comuni – ha detto il presidente della Provincia di Padova Fabio Bui – sono l’ossatura dello Stato. Le grandi città hanno già le loro potenzialità per arrivare ai finanziamenti, per questo, a maggior ragione dobbiamo porre attenzione alle piccole realtà e questa legge va sicuramente rivista e ricalibrata. Successivamente potremo ragionare nel mettere assieme le sinergie tra piccoli comuni, ma oggi non possiamo penalizzarli. Per la provincia di Padova vuol dire escludere 91 Comuni su 102, praticamente la totalità. Se i sindaci fanno sentire la loro voce tramite Anci e organismi di rappresentanza, allora si potrà ragionare. Ad esempio nella legge non vengono considerate le unioni di comuni, in realtà ci sono belle esperienze che stanno facendo lo sforzo di fare una politica comunitaria”.
Successivamente con il DPCM del 21 Gennaio 2021 del Governo Conte Bis è stata ristretta la platea. I Comuni inferiori ai 15.000 abitanti sono stati esclusi dagli 8,5 miliardi di fondi destinati alla rigenerazione urbana che il parlamento aveva destinato a tutti i Comuni d’Italia. Un’azione che scavalca le precise indicazioni legislative del Parlamento per quanto riguarda la distribuzione dei fondi destinati al “Programma di Rigenerazione Urbana”. Un atteggiamento che si ripete con il Recovery Plan in quanto il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) riporta, a pagina 216, l’esclusione dei comuni con meno di 15.000 abitanti da fondi. Per questo l’Anci Veneto chiede al presidente della Repubblica e al Parlamento di porre rimedio a questa ingiustizia che condanna i Piccoli Comuni a non avere fondi destinati alla riqualificazione urbana a tutto il 2034 per ben 13 anni e al tempo stesso patire l’esclusione all’ accesso dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Con la situazione normativa vigente questo è il quadro:
- 7.206 comuni a livello nazionale il 91% sono esclusi da detti fondi ;
- 503 Comuni su 563 il 70% dei Comuni veneti sono esclusi dai fondi fino al 2034
- il 42% della popolazione dei Comuni veneti non ha accesso ai benefici ;
“Questa partita non riguarda solo il Veneto, ma è un problema nazionale. Per questo facciamo un appello a tutti i sindaci perché approvino nel più breve tempo possibile la mozione che abbiamo preparato così da dare un segnale importante dimostrando ancora una volta come i sindaci sappiano fare squadra mettendo al centro l’interesse della comunità scavalcando le barriere politiche”.