
Suggestiva la cerimonia del 25 aprile celebrata davanti a palazzo Moroni di fronte ad autorità civili e militari e rappresentanti di associazioni partigiane e combattentistiche. Per la Provincia di Padova è intervenuto il vicepresidente Vincenzo Gottardo.
“E’ un 25 aprile diverso quest’anno – ha dichiarato Gottardo - in cui la guerra è tornata nel cuore dell’Europa. Rivolgo innanzitutto un ricordo particolare alle vittime della guerra in Ucraina.
Anno dopo anno, non è facile né scontato celebrare la Festa della Liberazione, che ricorda giorni decisivi per la storia italiana. Sono stati eventi che hanno profondamente segnato il nostro passato e che continuano a scrivere il presente. Sono la nostra identità e la bussola che ci guida soprattutto in tempi così difficili come quelli di oggi.
“La storia – ha detto Liliana Segre - dimostra che la pace non si ottiene restando indifferenti, ma garantendo una convivenza tra i Paesi basata sul diritto e sul rispetto”.
La libertà e la democrazia non sono mai conquistate una volta per tutte, lo vediamo tutt’oggi. Sono un patrimonio che ci è stato consegnato e che abbiamo il dovere di difendere e trasmettere ai cittadini di domani.
Sono ideali che celebriamo con riconoscenza e profonda consapevolezza riaffermandone ancora oggi il valore irrinunciabile a fondamento della nostra Costituzione, nonché l’insegnamento sempre attuale per le giovani generazioni e per la società contemporanea, a coltivare il bene comune con senso di appartenenza, responsabilità e condivisione.
Le Istituzioni tutte devono farsi carico di approfondire, spiegare, raccontare cosa significò la privazione della libertà, l’instaurazione della dittatura, la tragica deriva della guerra. Dobbiamo credere nella forza della verità, nella forza della storia e non smettere di difendere e proteggere quelle che sono le nostre radici, il lascito dei nostri padri.
Per questo vogliamo rendere il nostro tributo alle donne e agli uomini che diedero la vita per la libertà e la democrazia, per la convivenza civile e la pace. A loro va la nostra profonda gratitudine, oggi che il passato purtroppo torna a essere il presente.
Dobbiamo impegnarci ad educare le giovani generazioni alla difesa della libertà, alla pace e al rispetto reciproco. Solo se tutti insieme riusciremo ad essere coesi di fronte alla minaccia dei conflitti al di là di qualsiasi differenza, sapremo crescere generazioni future libere e democratiche, sempre disponibili al confronto e mai alla prevaricazione. È uno sforzo che ci deve vedere tutti uniti, amministratori, insegnanti, genitori, formatori: solo con la consapevolezza che abbiamo nelle mani le vite e le sorti delle giovani generazioni, potremo davvero raccogliere con onore il testimone di chi ha sacrificato la propria vita per lasciarci un’Italia libera e democratica.
Viva la Liberazione, viva la Repubblica, viva l’Italia”.